domenica 10 luglio 2016

Vide e ne ebbe compassione

Anche l'associazione diocesana a Fermo martedì 12 luglio.
di Roberto Serrani

Il Vangelo di ieri ci ha parlato dell'esempio del buon samaritano (Lc 10,25-37) e di come tra i primi verbi che caratterizzano l'incontro del samaritano con il malcapitato e che precedono l'azione stessa parlino di compassione.
Certamente, come ci ha anche indicato il papa all'Angelus di ieri, il nostro prossimo assume molteplici forme: dal povero affamato, all'anziano abbandonato o al migrante non accolto. Ma per me, per questa Associazione, oggi la figura del, purtroppo, non mezzo ma veramente morto assume anche il volto e il nome di Emmanuel Chidi Nnamdi, extracomunitario richiedente asilo ucciso a Fermo nei giorni scorsi.
Non entriamo certamente nel discorso delle colpe o delle dinamiche del caso, non spetta certo a noi, ma su questa "strada da Gerusalemme a Gerico" abbiamo visto lui e sta a noi decidere se tirare dritto, come il levita o il sacerdote della parabola, o se tentare di cambiare un po' strada. Ognuno con le risorse che ha, sapendo che deve essere l'amore verso il prossimo a muovere i nostri piedi.
Tutto questo per far capire la motivazione del perché anche l'Azione Cattolica diocesana di Macerata, insieme alle altre associazioni diocesane di AC delle Marche, ha deciso di aderire alla manifestazione di domani sera a Fermo per promuovere la solidarietà e l'accoglienza (leggi la notizia).
Andremo senza bandiere e senza slogan ma ci saremo per portare quell'esempio visibile di unità chiesto a gran voce anche dal Vescovo Conti durante l'omelia del funerale: "Io sono davvero preoccupato, sono davvero nella tristezza profonda per la divisione di questa comunità. No, non possiamo permettercelo, non possiamo essere divisi, qualunque sarà in futuro l’esito del giudizio umano noi rischiamo di morire per la divisione, si rischia la morte per la divisione".
Perciò, anche se c'è sempre il pericolo di fraintendere, di strumentalizzare un evento del genere, non possiamo semplicemente rimanere immobili per non correre il rischio di sbagliare. Credo che un esempio positivo di unione della società civile vada comunque dato. 
Anche ponendo l'accendo, come osserva il Movimento Lavoratori di AC diocesano, sulla distanza "tra la giusta indignazione per questo omicidio e la grave responsabilità educativa e formativa sui temi sociali e della giustizia, altamente disattesi dalle nostre comunità politiche e religiose".
Chiediamo al Signore di renderci sempre più testimoni della Speranza e capaci di farci prossimo degli altri.

Nessun commento:

Posta un commento